Sentirsi inadeguati: ecco come ne sono uscita
Vi siete mai sentite inadeguate per non esservi spinte fino al limite?
Tra meno di 4 settimane diventerò mamma, la mia vita cambierà per sempre, tutti i miei equilibri stanno per essere stravolti e affronterò qualcosa di totalmente nuovo e grandioso.
Per affrontare la rivoluzione in atto, sto usufruendo del congedo di maternità da oltre 5 settimane.
Ho deciso di non usufruire della “flessibilità” perché il mio fisico e la mia testa stavano cedendo: orari assurdi, responsabilità non mie che mi ricadevano comunque addosso, richieste con scadenze impossibili, collaboratrici (non tutte per fortuna) che ti complicano il lavoro e non ti aiutano se non per farti sentire inadeguata e in colpa per il fatto che forse, se ho questo carico di lavoro insostenibile, lo devo a troppa disponibilità e troppa professionalità (?).
So di aver fatto la scelta giusta perché ora la mia priorità deve essere la mia salute e quella di mia figlia.
E allora perché ho comunque sempre addosso questo senso di fallimento, di aver mollato troppo presto, di non essere stata forte abbastanza?
Prendersi una pausa non deve farvi sentire inadeguate
Da quando ho iniziato a lavorare c’è sempre stata questa esigenza di dover e voler dimostrare a tutti (clienti, capi, colleghi) di essere all’altezza, di essere capace, professionale, competente, sempre disponibile a fare il cosiddetto e tanto decantato – nell’ambiente del digital marketing – extra-mile.
So di fare bene il mio lavoro: clienti, colleghi, superiori sono tutti estremamente contenti di ciò che faccio e come lo faccio. A volte sono anch’io molto soddisfatta di come lavoro.
E allora perché ho questa perenne sensazione di non fare mai abbastanza?
Perché devo soccombere al pensiero di potermi ritrovare, al mio rientro, direttamente nelle retrovie perdendo tutti i progressi, tutto il buon lavoro fatto finora?
Perché essere andata in maternità 3 settimane prima della data che mi ero prefissata, mi deve far sentire come se non fossi stata abbastanza?
Sono continui i confronti con altre donne nella mia stessa situazione, e penso “perché loro sono riuscite e io no?”. È normale sentirsi così?
No, non credo!
Sforzatevi di confrontarvi solo con voi stesse
Ogni gravidanza è diversa, ogni donna è diversa, ogni situazione è diversa.
Specialmente quando si parla di gravidanza, (ma non solo) dobbiamo sforzarci di non fare confronti con altri. Ogni persona ha un percorso differente e non possiamo conoscere nel dettaglio, il contesto, le motivazioni che ci sono dietro ogni singola situazione.
Dobbiamo imparare ad ascoltare solo noi stessi e non confrontarci con situazioni completamente diverse dalla nostra “mettendo insieme le mele con le pere”. E qui non parlo solo nel caso di una maternità, ma in qualsiasi situazione in cui dobbiamo fare delle scelte.
Se soffrite anche voi – come me – della “sindrome dell’impostore”, ponete su voi stessi delle aspettative sempre molto alte e quando non le rispettiamo pensiamo di aver fallito, non ci sentiamo mai abbastanza.
Ho fatto caso che ciò succede soprattutto alle donne: siamo sempre state abituate a dover dimostrare il nostro valore, molto più degli uomini, e a dover convincere gli altri e noi stesse che siamo davvero capaci di fare altro, oltre che la spesa, la cena e i figli.
Purtroppo millenni di patriarcato sono difficili da scrollarsi di dosso. Ma è ora di cominciare a farlo.
Spendiamo le nostre energie per cose che hanno davvero valore per noi
Forse l’impegno che mettiamo nel dimostrare agli altri quanto siamo brave nel sentirci sempre troppo “non abbastanza”, dovremmo metterlo nel concentrarci sulle nostre esigenze, nell’ascoltare soprattutto noi stesse e ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Insomma, misuriamoci con noi stesse. Superiamoci ogni giorno un pochino, e basta fare confronti.
Siamo diversi, abbiamo storie diverse, priorità diverse, capacità diverse, ed è proprio per questo – per la nostra bellissima diversità – che possiamo dare un valore aggiunto rispetto agli altri.