essere genitori
Crescita personale

Essere o non essere genitori

E comunque considerarsi una famiglia e persone realizzate.

A breve nelle nostre vite arriverà Viola e non potremmo essere più felici.

Essere genitori è qualcosa che è sempre stata una cosa che desideravamo entrambi, tra le tante altre cose che desideriamo dalle nostre vite.

Il punto è proprio questo: le tante altre cose che desideriamo dalle nostre vite.

Prima del test positivo ci sono stati 3 anni di attese, che non so se sono tanti o pochi, dipende sempre dalle aspettative. Sta di fatto che per 3 anni i nostri stati d’animo sono cambiati molto in base al trascorrere del tempo. Inizialmente eravamo tranquilli, dopo qualche mese abbiamo iniziato a preoccuparci e fare qualche esame. Sapevamo che c’era qualcosa da sistemare e lo stavamo facendo, ma comunque dopo tanto tempo avevamo un po’ fatto pace con la situazione.

Io forse ero quella che in alcuni momenti ci soffriva di più, ma mai da perderci l’appetito (quello non va mai via in effetti).

A un certo punto infatti abbiamo affrontato l’argomento seriamente e abbiamo capito che sì, era una cosa che volevamo entrambi tantissimo, ma che non era mai stato il nostro unico obiettivo di vita e di coppia. Eravamo quindi pronti anche a non essere genitori, a viverci tutte le nostre altre passioni, a fare esperienze diverse, a dedicarci alla nostra famiglia in due. (Poi ovviamente la vita fa il suo corso e molto spesso prende le decisioni senza interpellarti, come ho scritto qui.)

Perché anche in due si è già una famiglia e anche in due (o semplicemente con se stessi) ci si può sentire completi e realizzati.

A prescindere dalle motivazioni, si può decidere di non essere genitori, di avere una vita piena e soddisfacente e sentirsi comunque realizzati. 

Non sono più tollerati quegli sguardi di pietà quando, dopo i 30 anni, non hai figli. Non possono essere più tollerate le domandine “innocenti” (ma leggi sceme e insensibili) tipo “ma quando lo fate un figlio?”, “ora tocca a voi eh”, “iniziate a lavorarci che avete un’età”. Come se questo fosse l’unico obiettivo valido da perseguire nella vita.

Si può decidere di non avere figli, si può essere costretti a non avere figli, si può decidere di averli in tempi diversi rispetto a quanto socialmente accettato. Ma soprattutto si può decidere di essere felici, ed esserlo veramente, anche in due, o da soli, o con il gatto o il cane. Non spetta agli altri o alla società decretare la felicità di qualcuno, spetta solo ed esclusivamente a noi.

Iniziamo a fare pace con questo, a rimettere al loro posto le persone che in maniera arrogante e insensibile credono di poterci dire quello che è meglio per noi e provano a farci sentire inadeguati. Forse se ci lavoriamo un po’ tutti avremo una generazione un pochino meno frustrata e libera.

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